Prato della Valle: il cuore ovale di Padova

Durante il vostro soggiorno ad Abano Terme, una tappa che unisce bellezza, storia e natura è Prato della Valle, la piazza più grande d’Italia e una delle maggiori d’Europa con una superficie di ben 88.620 metri quadrati. Situata nel cuore di Padova, è un luogo che sorprende per la sua armonia architettonica e per la ricchezza di significati che racchiude

Un progetto visionario

Nel diciottesimo secolo quest’area era un terreno paludoso e incolto. Fu Andrea Memmo, patrizio veneziano e provveditore della città, a promuovere una grandiosa opera di bonifica e riqualificazione. Per convincere la popolazione della validità del progetto, realizzò persino un plastico che potesse mostrare in modo concreto come sarebbe diventata la nuova piazza: un’idea moderna, quasi pionieristica per l’epoca.

I lavori iniziarono nel 1775 sotto la guida dell’architetto e ingegnere Domenico Cerato, con l’obiettivo di trasformare la zona in uno spazio elegante e funzionale, ispirato al gusto neoclassico. Il risultato fu un progetto audace: un enorme ovale centrale, circondato da un canale e collegato da quattro ponti a una vasta area verde, oggi chiamata Isola Memmia in onore del suo ideatore.

La forma ellittica non fu casuale: evocava i circhi romani e, ancora più in profondità, si ispirava al concetto astronomico dell’ellisse come orbita planetaria. Un richiamo simbolico all’ordine cosmico, alla ciclicità del tempo e alla connessione tra terra e cielo. Questa scelta sottolineava l’ambizione del progetto: non solo riqualificare, ma anche conferire un significato alto e duraturo allo spazio urbano.

Acqua, pietra e simboli

Il canale che circonda l’isola non aveva solo una funzione estetica: serviva a drenare l’umidità del terreno, contribuendo al risanamento dell’area. I parapetti e alcuni elementi architettonici, come le panchine attorno alla fontana, furono realizzati in pietra d’Istria, un materiale resistente e lucente molto diffuso nella tradizione veneziana.

Le statue, invece – 78 in totale – sono state scolpite in pietra di Vicenza, un calcare chiaro e facilmente lavorabile proveniente dai Colli Berici. In realtà, in origine le statue previste erano 88: dieci non vennero mai realizzate, ma il progetto iniziale prevedeva una corona ancora più ampia di figure. Il materiale utilizzato ha permesso di ottenere dettagli raffinati, ma che nel tempo ha richiesto vari interventi di restauro. Le statue raffigurano uomini illustri della storia, della cultura e della scienza, legati a Padova e al Veneto, tra i quali Galileo Galilei, Francesco Petrarca, Tito Livio e Andrea Memmo stesso.

Un pantheon quasi tutto al maschile

Camminando tra le statue si respira la storia. Filosofi, medici, dogi e artisti accompagnano la passeggiata, ma tra tutte spicca una sola donna: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata al mondo, nel 1678, proprio all’Università di Padova. La sua presenza unica racconta quanto eccezionale fosse, all’epoca, il suo traguardo.

Sotto i piedi, tracce antiche

Pochi sanno che sotto Prato della Valle si trovano resti di epoca romana, tra cui strutture che alcuni studiosi riconducono a un antico teatro. È probabile che in queste costruzioni fosse utilizzata proprio la pietra d’Istria, molto comune nei grandi edifici pubblici del tempo. La piazza, insomma, si è trasformata nel corso dei secoli, ma ha sempre mantenuto un ruolo centrale nella vita della città.

Geometrie da scoprire

A rendere unico Prato della Valle non è solo la sua vastità, ma anche l’equilibrio nascosto nelle sue forme. Dietro l’armonia che si percepisce camminando nella piazza si cela uno studio preciso di proporzioni, simmetrie e prospettive. Ogni elemento architettonico è stato pensato per guidare lo sguardo, invitare alla scoperta e trasmettere un senso di ordine e bellezza. Ecco alcuni dettagli curiosi da osservare:

Forma ellittica con centro sfalsato

L’ovale di Prato della Valle sembra perfettamente simmetrico, ma il centro geometrico della piazza non coincide esattamente con quello dell’isola. Questo piccolo spostamento crea un effetto visivo più dinamico e intrigante.

Proporzioni armoniche

La forma ellittica si ispira alle regole dell’armonia classica, con un richiamo al numero aureo — un rapporto matematico, pari a circa 1,618, che ricorre spesso in natura, arte e architettura. Questo numero era considerato, già nell’antichità, simbolo di bellezza perfetta. Lo si ritrova nella struttura di conchiglie, fiori e perfino nel corpo umano. Applicarlo alla piazza significava creare un equilibrio visivo che parlasse direttamente alla sensibilità dell’osservatore, rendendo l’insieme naturalmente piacevole allo sguardo.

78 statue in due anelli concentrici

La disposizione in due anelli (interno ed esterno al canale) segue una logica di equilibrio e ritmo visivo, che guida naturalmente il passo del visitatore e incornicia l’intero ovale.
I quattro ponti cardinali
I ponti che collegano l’isola al resto della piazza sono disposti secondo i quattro punti cardinali, un dettaglio voluto per simboleggiare l’apertura e la centralità di Padova nel mondo culturale dell’epoca.

Un luogo da vivere, non solo da vedere

Prato della Valle oggi è molto più di una piazza monumentale: è diventato un simbolo della polifunzionalità urbana. Jogging al mattino, concerti d’estate, mercatini, passeggiate in famiglia, pic-nic sull’erba. Ogni angolo si adatta ai ritmi diversi della città e delle persone che la abitano.

Qui l’ingegneria incontra la paesaggistica in un equilibrio raro: funzionalità e bellezza si fondono in un’opera che continua a evolversi, restando fedele alla sua anima originaria.

Un luogo da sentire, non solo da vedere

Prato della Valle si scopre con gli occhi, ma si ricorda con il cuore. Fermatevi al centro dell’Isola Memmia, magari al tramonto, quando il cielo si riflette nel canale e tutto sembra rallentare. Alzate lo sguardo verso le statue, sceglietene una che vi colpisce e cercatene la storia: sarà come portare con voi un frammento del passato, da custodire anche dopo il viaggio.