La Storia della Famiglia Poli, proprietaria dell’Hotel Tritone di Abano – seconda parte

Nella prima parte della storia della Famiglia Poli si è visto come sia stato ritrovato un millenario documento storico nel quale è nominato per la prima volta un membro della famiglia, la cui genealogia si può seguire fino all’attuale proprietario e General Manager dell’Hotel Tritone, il dott. Walter Poli.

I primi passi tra i principali notabili della cittadina di Chioggia, l’avvio imprenditoriale nel campo dell’estrazione per evaporazione e commercializzazione del sale, la cantieristica navale, l’impegno politico, la partecipazione alla Guerra di Chioggia, l’ammissione nella nobiltà veneziana e l’inizio dei commerci adriatici nel XV secolo: sono questi gli essenziali passaggi che accompagnarono la Famiglia alla conclusione del Medio Evo e alle soglie di una nuova epoca, che vide prosperare la posizione dei Poli nel mercato della cantieristica navale.

*Questa storia è stata raccolta e documentata nel volume “I Paulus – Polo – Poli” dello studioso Sergio Piva, edito nel 2012 da Nuova Scintilla e disponibile presso la Boutique dell’Hotel.

IL CINQUECENTO E LA MARZILIANA

Nella prima metà del Cinquecento, i documenti storici di Chioggia riportano la presenza di due cantieri navali – detti squeri – di proprietà rispettivamente di Giovanni Maria Poli e Giovanni Poli. Il primo di questi cantieri resterà di proprietà dei Poli fino agli inizi dell’800. Entrambi i cantieri erano collocati nella stessa zona della cittadina, ovvero la contrada dei Pauli, com’erano chiamati al tempo.

Alla metà del Cinquecento sembrano essersi consolidati due rami principali della famiglia Poli, i Menèi (ovvero, del ramo di Domenico Poli) e i Zanèti (di Giovanni). Esisteva anche un ramo secondario, detto dei Zacinti (di Giacinto).

Nel 1558 i Poli furono assoldati da Matteo da Istria per la costruzione di una Marciliana o Marziliana, una popolare imbarcazione a due alberi a fondo piatto, destinata ai commerci marittimi. Di questo cantiere esiste un documento molto dettagliato di grande valore storico.

 

IL SEICENTO E I CANTIERI DEI POLI

Del 1603, invece, è un secondo documento che trascrive la trattativa commerciale da parte del maestro d’ascia Battista Poli per la realizzazione di un Brigantino a tre alberi a servizio del Cardinale d’Este, cui seguirono altre copie dello stesso modello, per il valore di 330 ducati a natante.

Nei documenti menzionati emerge la vocazione all’imprenditoria navale della famiglia, che nel corso dei due secoli successivi acquisì squeri e cantieri non solo a Chioggia ma anche a Capodistria. Già nel Censimento degli Squerarioli del 1688, a Chioggia risultavano 20 cantieri di cui 4 di proprietà della famiglia Poli. Uno dei proprietari fu Antonio Poli, la cui discendenza si può da quel momento tracciare in modo diretto e senza soluzione di continuità fino al dott. Walter Poli.

 

IL PROBLEMA DEL LEGNAME

Nella Serenissima Repubblica di Venezia la richiesta di legname era fortissima, e la cantieristica navale ne assorbiva una grande quantità. La materia prima da imbarcazioni proveniva da Teolo e i Colli Euganei, da Camposampiero, Camisano e Schio, dal Friuli, dall’Austria e dalle coste istriane. Il taglio era regolamentato da un atto pubblico (mariegola) conservato all’Arsenale di Venezia, e l’attività era strettamente sorvegliata per evitare il depauperamento dei boschi e delle foreste.

I cantieri di Chioggia non erano ligi alla regola, tanto che nel 1719 si documenta un controllo ufficiale da parte del Commandator Gastaldello, il quale verificò in alcuni cantieri la presenza di strumenti da taglio e di tavole di legno non autorizzati. Tali vicende costarono al maestro Pietro Poli la considerevole somma di 10 ducati di ammenda.

 

TRA SETTECENTO E OTTOCENTO: L’ISTRIA

Nonostante il lento declino del commercio nell’Adriatico, dovuto all’apertura delle nuove rotte transatlantiche, tutto sommato il Settecento fu per la Repubblica di Venezia un periodo di stabilità e prosperità. Alla fine del secolo, la flotta di imbarcazioni della Repubblica era ben assortita e reggeva all’urto del commercio americano grazie alla sopravvissuta vivacità dei traffici con l’Oriente. Nel 1780 Chioggia contava 20mila abitanti e una florida attività artigianale e commerciale. In un elenco del 1784, su un totale di 211 maestri d’ascia (calafati), 49 facevano parte della famiglia Poli, decisamente prospera e in espansione.

Con le truppe di Napoleone alle porte, il 15 maggio 1797 il Doge e il Maggior Consiglio di Venezia decisero di arrendersi al nemico e lasciare per sempre il Palazzo Ducale, mentre il governo passò a una Municipalità provvisoria posta sotto il controllo del comando militare francese. In questo scenario si innesta una migrazione, originata anni prima da motivazioni economiche, di maestri d’ascia chioggiotti verso le più ricche destinazioni adriatiche, come Trieste e Fiume. In queste città il costo della vita, le possibilità di lavoro e gli spazi per aprire nuovi cantieri erano condizioni favorevoli allo sviluppo commerciale, oramai stagnante a Chioggia.

Nel 1840 compare il primo documento ufficiale che colloca la presenza di Francesco Poli (nato e cresciuto a Chioggia) e del figlio Luigi nel mondo economico e produttivo istriano, con un loro cantiere che, nella seconda metà del secolo, costruirà navi sempre più grandi e robuste, come vedremo nella prossima parte della storia.

 

Per conoscere la Famiglia Poli e la sua attività all’Hotel Tritone, è possibile scrivere qui o chiamare lo (+39) 049 8668099